Lo ammetto.
Questa settimana sono arrivata lunghissima nello scrivere il solito post (eh si, a volte pure io ho degli imprevisti!!) quindi ho pensato di divertirmi un po' con la mia community su Instagram e di porre loro un po' di quiz.
Un test per vedere quanto mi ascoltano!
Ho riepilogato tutte le principali parole chiave del Professional Organizer, quelle che per me sono le basi della professione, più qualche espressione strana per raccontare anche qualche aneddoto curioso.
Ovviamente nessun giudizio, era fatto per sfida, divertimento e un pizzico di divulgazione!
Se hai partecipato, leggi il post e controlla le tue risposte:
- se hai risposto correttamente a tutte e 8 le domande: SEI SUPER!
- se hai risposto a 6 o 7 domande correttamente: BRAVISSIMA!
- se hai risposto a 4 o 5 domande correttamente: CONTINUA A SEGUIRMI PER ALTRI CONSIGLI!
- se hai risposto a 1, 2 o 3 domande correttamente: TRANQUILLA, SONO QUI PROPRIO PER TOGLIERTI TUTTI I DUBBI!
Che differenza c'è tra Ordine o Organizzazione?
Spesso queste due parole si sovrappongono e vengono considerate sinonimi.
In realtà, anche se sottile, un po' di differenza c'è, e tutta la mia community è stata molto brava, quasi tutti hanno indovinato!
L'ordine è quella cosa che ti chiedeva di fare tua madre "Riordina tutto prima di cena!" diceva.... il chè voleva dire mettere nel cesto dei panni i vestiti sporchi, raccogliere i giocattoli da terra, togliere dal tavolo della cucina i quaderni di scuola.
Non importava molto come e dove, l'importante è che quando fosse tornata nulla fosse più "in vista".
Questo tipo di ordine era rigido, lei ti aveva detto di mettere i vestiti in un certo modo e tu lo facevi e anche automatico, la accontentavi così smetteva di rompere e non ti ponevi nemmeno il problema che si potesse trovare un metodo migliore.
Era apparente, perchè le cose erano semplicemente "fuori dalla vista" e momentaneo, perchè durava veramente pochissimo.
L'organizzazione invece è legata ad un metodo e ad un ragionamento: risponde ad una serie di domande a seconda della zona di casa in cui ci troviamo come quale tipologia di oggetti utilizzo più spesso? di quali posso fare a meno? posso definire lo spazio diveramente? posso raggrupparli per genere o categoria? posso sistemare gli oggetti nell'ordine in cui li utilizzo (o con un altro ordine funzionale, come la scadenza, la grandezza, ecc)? e via dicendo...
L'organizzazione è qualcosa che decido io e, paradossalmente, se sono organizzata posso permettermi di essere disordinata (per esempio nel mezzo di una attività, mentre creo o mentre cucino per esempio) perchè grazie al mio metodo saprò trovare ciò che mi serve al volo e, una volta terminato, in un attimo riporterò ogni oggetto al suo posto, che sarà chiaro nella mia mente (anzi, probabilmente lo farò senza pensarci troppo!)
Cosa straordinaria: l'organizzazione è flessibile, perchè se le mie esigenze o lo spazio a disposizione cambieranno, io saprò dare una nuova forma alle mie cose senza perdere l'orientamento.
Esempio pratico: ordine è un armadio pieno di contenitori eleganti e belli da vedere, tutti uguali, quasi da rivista, dove sono riposti tutti i miei vestiti. Anche quelli che non metto da anni, quelli piccoli e consunti. Quando mi serve qualcosa devo cercare tra le scatole ciò che mi serve. L'organizzazione è un armadio che contiene ciò che davvero indosso, dove ogni tipologia di capo ha una collocazione precisa, sistemati per colore per ritrovare/sistemare a colpo d'occhio. Probabilmente non ho nemmeno bisogno di contenitori!
Cosa si intende con Space clearing?
In molti mi hanno scritto che si tratta della pulizia degli spazi.
Beh, in pratica si... ma no, non solo!
La traduzione letterale di space clearing in pulizia degli spazi non rende giustizia a questa pratica.
Non si tratta di fare decluttering, o di pulire la stanza, o fare le pulizie di primavera, bensì di una vera e propria cerimonia di purificazione energetica della casa.
Sicuramente prima di procedere con lo space clearing è bene liberarsi del superfluo, sicuramente è meglio aver pulito lo spazio fisico con detergenti e profumato con incensi, ma questa pratica va ben oltre.
La filosofia dello space clearing è che il nostro spazio (soprattutto quello interiore) è predefinito, se non facciamo spazio non possiamo accogliere il nuovo che la vita ci manda.
Per accorgliere il nuovo non basta buttare vestiti e suppellettili, ma bisogna rimuovere i blocchi energetici che non lasciano fluire il benessere.
Esempio pratico: negli Stati Uniti è obbligatorio dichiarare in fase di vendita se in una casa sono accaduti crimini efferati e infatti molte persone chiamano esperti di space clearing per purificare gli ambienti prima di abitarci.
Da cosa deriva la parola "clutter"?
Nel test ho dato quattro possibilità ma solo una era corretta.
Non da Utter (totale, assoluto) e nemmeno da Lot (molto, abbondante). To cut (tagliare) era messo li per ingannare ed era plausibile, ma la vera origine di clutter è da Clot, che significa coagulo, ostruzione.
E questo dovrebbe farci pensare.
Conservare cianfrusaglie, non è forse qualcosa che ostruisce gli spazi impedendoci di avere cose nuove che siano più rappresentative di noi stessi? Gli oggetti inutili (ma anche un lavoro inutile, amicizie inutili, relazioni inutili, ecc) non sono forse dei blocchi a vivere la vita che desideriamo?
La risposta è certamente si!
Dire "grazie" agli oggetti prima di eliminarli...
No non l'hai inventato la Nostra Signora del Riordino aka Marie Kondo!
Il ringraziamento è legato ad una festa risalente al medioevo giapponese l'Harikuyou, la festa degli aghi da cucito.
Si svolge l'8 febbraio ed è una festa prettamente femminile: le sarte e le donne in generale, ancora oggi portano nei templi gli aghi usati e consumati (rotti o ossidati) durante l'anno, pregano per loro, li ringraziano per il servizio reso e li seppelliscono in un cumulo funerario.
Tsukumogami...
Non vuol dire cianfrusaglia e non è la traduzione giapponese di "decluttering" (sono state le due risposte più gettonate!!!)
In realtà è uno spiritello dispettoso del folclore nipponico che si impossessa degli oggetti dimenticati e non usati, usandoli per fare scherzi crudeli ai proprietari di casa.
Ecco perchè i giapponesi si disfano in fretta delle cose che non usano!!
Gomi Yashiki...
sono le case-spazzatura giapponesi. (le altre alternative errate erano le persone disordinate e gli accomulatori seriali)
Si tratta per lo più degli appartamenti degli Hikkomori, ovvero persone per lo più giovani che decidono deliberatamente di isolarsi dal resto del mondo senza uscire mai di casa.
Altra categoria di abitanti delle gomi yashiki sono gli anziani che non possono permettersi l'ingresso in una struttura protetta. Nella cultura giapponese la vergogna di chiedere aiuto a parenti e figli non è ammessa e spesso si preferisce semplicemente sparire e seppellirsi in casa...
La Sindrome di Collyer...
non ha niente a che vedere con la procrastinazione o la mala gestione del tempo (le altre alternative sbagliate) ma si tratta piuttosto del primo caso studiato di disposofobia (il termine tecnico del disturbo da accumulo)
Il nome deriva da Homer Lusk Collyer e Langley Collyer due fratelli statunitensi noti per la loro natura ossessivo-compulsiva.
Nati da una ricca famiglia, a seguito del divorzio dei genitori iniziarono a rinchiudersi in loro stessi, rifiutando ogni contatto con il mondo esterno, senza mai uscire per decenni dalla loro abitazione di Harlem (New York). Nel 1947 furono rinvenuti cadaveri; una chiamata anonima avvisò la polizia della presenza di un cadavere in quell'edificio, e le forze dell'ordine si trovarono di fronte ad una casa piena di trappole contro gli intrusi, immondizia, e qualunque tipo di oggetto che avevano accumulato in circa quarant'anni dall'inizio del secolo alla loro morte. (cit. Wikipedia)
La polizia e gli operai rimossero circa 103 tonnellate di immondizia dalla casa.
Tra gli oggetti eclatanti ritrovati le cronache segnalano: 25.000 libri , organi umani in formalina, il telaio di una vecchia Ford T, 14 pianoforti sia a coda che verticali, un clavicordo, due organi e 34 libretti di risparmio.
Puoi leggere la loro storia su Wikipedia.
La differenza tra Disorganizzazione Cronica e Disturbo da Accumulo...
stà sostanzialmente nella presenza di una diagnosi medica da parte di un clinico (es. psicoterapeuta).
E' un argomento enorme e dare una spiegazione in poche righe è impossibile, ma per farlo mi avvallo delle parole precise della collega Irene Novello, vicepresidente di APOI - Associazione Professional Organizer Italia, ed esperta di queste problematiche:
Il termine disorganizzazione cronica non è una diagnosi medica, ma vuole descrivere lo stato di una persona se
– lo stato di disorganizzazione persiste da molti anni;
– la sua disorganizzazione incide negativamente sulla qualità della sua vita e sulle relazioni sociali;
– ha provato varie volte a fare da solo ma senza nessun successo;
– pensa di non poter cambiare la sua condizione nel futuro.
La disposofobia, o più correttamente l’Hoarding Disorder (Disturbo da Accumulo in italiano) beneficia ormai di quasi due decenni di ricerca scientifica che parte dagli Stati Uniti con il Dottor R. O. Frost, G. Steketee e altri. Questa patologia è stata recentemente (2013) introdotta nel nuovo “Manuale diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali” (DSM-V) (tradotto in italiano nel 2014).
Dal punto di vista "operativo" il disorganizzato cronico può ad un certo punto, per varie ragioni, rendersi conto della propria situazione e decidere di chiedere aiuto ad un esperto (come un professional organizer).
L'affetto da disposofobia difficilmente lo fa, spesso oltre all'accumulo ha anche altre fobie e il supporto di un clinico è indispensabile per tentare di contenere il problema (la risoluzione è quasi impossibile)