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Fare i compiti: organizzazione e consigli

Di persone che amano studiare incondizionatamente ce ne sono pochine, di bambini/ragazzi ancora meno!

 

Io faccio parte di quella categoria di bambini che da studentessa diligente e brillante alle elementari/medie si è trasformata in un completo disastro durante la scuola superiore.

Mettici che se tornassi indietro probabilmente non rifarei la stessa scuola, aggiungi una dose importante di crisi adolescenziale, condisci per bene con il fatto che ero una di quelle str***e che pensava di saperne più del professore, mescola e l'insalata di pagelle da dimenticare è completa!

 

Mi sono ampiamente ripresa all'università, in una facoltà che ho amato profondamente e che, se fosse stato possibile, non avrei mai lasciato: sarei rimasta universitaria a vita!

 

Ribellione all'autorità a parte, il mio vero problema era che studiavo solo quello che mi piaceva e dal quale provavo soddisfazione:  quello che non mi interessava non lo aprivo nemmeno.

Certo, non che ci fosse davvero "incentivo" ad applicarsi perchè di "adulti" che avrebbero dovuto recuperare il mio interesse ne ho conosciuti pochi, forse uno o due. Dai, chi si applicherebbe con un professore che aveva "battezzato" gli studenti all'inizio del terzo anno e fino alla quinta non ha mai variato i suoi voti sia che si studiasse che no?!? Di queste "perle" ne ho avute una sfilza e tutti in ruoli chiave.

 

Comunque, professori a parte, acquisire un metodo il più presto possibile, è indubbio che salvi la vita in tante situazione e potrebbe essere "riciclato" anche in futuro, nel mondo del lavoro.

Rane e pomodori

Le prime due tecniche che prendiamo in prestito dal mondo dell'organizzazione del lavoro sono "Eat the frog" e "La tecnica del pomodoro"

 

Per "mangiare la rana" (lo traduco direttamente in italiano) si intende il principio per il quale è sempre meglio fare per prima la cosa più fastidiosa, quella più noiosa, quella che sappiamo essere la più lunga.

Tolta di mezzo il pomeriggio di studio sarà in discesa e, all'aumentare della stanchezza, potremo dedicarci a materie più "leggere".

 

La tecnica del pomodoro la conoscete, ne abbiamo parlato approfonditamente nel post Un pomodoro ti salverà.

Certamente dobbiamo fare qualche distinguo per adeguare la tecnica ai ragazzini/bambini:

  • innanzitutto il tempo: è da escludersi che un bambino delle elementari posso studiare 25 minuti senza mai staccarsi, quindi riducete a 5 o 10 minuti massimo (valutate voi la capacità di attenzione). Avete tutto il tempo per aumentare gradatamente.
  • le pause: no tv e no videogiochi, o perderete il controllo. Si a pausa bagno, merenda, succo, attività manuale... Cercate di essere ligi nel non far sforare il tempo della pausa (5 minuti). Concedete una pausa più lunga prima di passare alla prossima materia
  • non interrompete il pensiero: se vi accorgete che stà per terminare il tempo previsto e il bambino è particolarmente concentrato, lasciate scorrere in modo da non interrompere il momento. Barattate con una pausa più lunga più tardi.

Semplificare senza barare

Ci sono altri spunti che vi voglio dare per cercare di supportare i bambini/ragazzini nello studio.

Eccoli qui:

  • Una cosa alla volta: affrontare una materia alla volta è la prima cosa. Non cercate di far fare al bambino più cose insieme o l'unico risultato sarà un mal di testa! (e prima si impara che il multitasking non è una strada percorribile, meglio è!)
  • Manualità: sono profondamente convinta che il fatto di impiegare "fatica" rafforzi il concetto. Ecco perchè vi invito a far cercare al bambino le parole difficili su un dizionario tradizionale piuttosto che su un motore di ricerca. L'impegno nel ricercare la parola e leggerne il significato sono già di per sè apprendimento. Idem per schematizzare o fare mappe concettuali: ciò che si scrive (a mano!) rimane impresso due volte di più di ciò che si legge soltanto!
  • Un paragrafo - un concetto: dividete il testo in paragrafi e al termine di ognuno chiedete al bambino di spiegarvi con le sue parole cosa ha appena letto. Se non riesce, don't worry, rileggiamo insieme!
  • Tutto importante, nulla è importante: insegnate ad evidenziare solo le parole chiave ed, eventualmente, a riscriverle su un foglio, collegandole tra loro proprio come in un principio di mappa concettuale (mano a mano che cresce le elaborerà da solo!). Insegnate che sottolineare tutta la pagina non serve assolutamente a nulla perchè non potrà mai ricordare tutto, parola per parola!
  • Ripasso rapido: Aiutatelo a creare un quaderno o raccoglitore delle mappe concettuali, in questo modo quando dovrà ripassare avrà già il materiale pronto.
  • Le difficoltà fanno crescere: non serve a nulla che il genitore faccia il compito al posto del bambino, solo per velocizzare il processo. L'unico risultato è quello di insegnare ad imbrogliare senza cavarsela da solo! Meglio aiutare il ragionamento, guidandolo.
  • Imparare giocando: usate degli escamotage come dire le tabelline insieme palleggiandosi la palla, ripetere la lezione di storia camminando in un bosco, o segnare i punti su un tabellone a mo' di quiz televisivo per scatenare la sua competitività. Basta davvero poco!
  • Non umiliare: mortificare dicendo al bambino "sei proprio scemo!" oppure "ma sei sordo? lo abbiamo appena detto!" o ancora "saresti anche intelligenti ma non ti applichi" non gli farà certo amare lo studio e la scuola, anzi... cercate di parlare con lui del perchè certe materie proprio non vadano, e offritegli un aiuto (per es. delle ripetizioni): a volte non basta il "cosa", serve anche il "come" e un insegnante diverso potrebbe spiegare lo stesso concetto in un modo per lui/lei più coinvolgente.

Sentite che c'è qualcuno di questi metodi che potreste far vostro?

Oppure ne utilizzate qualcuno e volete condividere i risultati che ottenete? Scrivetemi sui social!