Durante un corso che ho tenuto lo scorso anno ho suggerito ai discenti di scaricare una applicazione che si chiama Digitox (per Android, chi possiede un telefono Apple ha già inclusa una funzione di questo genere).
Questa applicazione permette di vedere in modo chiaro, senza trucchi e senza inganni, quanto tempo trascorriamo smanettando con lo smarthphone; non solo, indica anche il tempo trascorso su ogni singola applicazione.
Chi ha avuto il coraggio di scaricarla (perchè si, non tutti lo hanno fatto! ...il vecchio trucco di ignorare per non essere costretti a riflettere e prendere provvedimenti...) durante la serata successiva mi ha confessatto di essere rimasto sbalordito oltre che sconcertato.
Un ragazzo mi ha detto: "a fine giornata, quando ho letto quattro ore, mi è preso un colpo: ho pensato a tutte le cose che avrei potuto fare in quelle quattro ore?"
Ma proprio tu??
Obiezione che sento già nell'aria: ma parli proprio tu che sei sempre su Instagram?!?
Certo che ci sono, non sempre ma molto spesso, e se è per questo sono anche su Facebook e su TikTok, ma c'è una differenza: io so di esserci, e decido in modo consapevole quando esserci.
Per me i social sono una parte del mio lavoro, non un divertimento: certo mi diverte utilizzarli, e trovo che sia un modo divertente di lavorare, ma ciò che io faccio-posto-dico sulle mie pagine social non è mai casuale, è sempre frutto di un ragionamento.
Prendete per esempio la scelta delle foto da pubblicare su instagram: le scelgo, faccio un lavoro di post produzione, le combino tra loro in modo da creare un feed dall'aspetto coerente... Magari scatto una foto bellissima oggi, ma non la posto perchè non si abbina e la tengo "a decantare" fino a quando non avrò l'occasione giusta.
Io programmo degli slot di tempo nella mia giornata in cui dedicarmi a costruire l'immagine social che voglio dare della mia professione. Finito lo slot mi stacco, spengo le notifiche e faccio altro. Uso senza essere usata.
Io non dirò MAI "non stare sul social brutto e cattivo", dirò invece "creati il tempo per svagarti e usare consapevolmente il tuo telefono, senza essere usato da lui!"
62 e 70
No, non stò dando i numeri ma vorrei che li ricordaste perchè sono significativi.
Immaginate di stare scrivendo un documento importante, un articolo, ragionando su un excel, ecc.
All'improvviso il pop up della vostra posta elettronica si apre, in basso a destra segnalandovi che è arrivata una email.
Reazione quasi automatica: andare a controllare di cosa si tratta. La leggete, giudicate che potete rispondere più tardi e riaprite il vostro documento.
Secondo uno studio americano effettuato su dipendenti della Silicon Valley (gente che riceve centinaia di email al giorno) servono 62 secondi per recuperare concentrazione perduta e ricominciare a lavorare in modo produttivo.
Già, perchè non ci sono solo i social a distrarci: ci sono le email, What's App, le notifiche della messaggistica interna all'azienda...
Fate 62 per ogni volta che uno di questi fattori vi distrae dal lavoro e avrete la portata del tempo che perdete.
70 invece è la percentuale di adolescenti americani (si stima che gli adulti possano essere meno ma comunque sempre un numero importanti) che dorme con il cellulare acceso sul comodino, in modo da essere svegliati e poterlo controllare ad ogni notifica.
Questa pratica è estremamente dannosa sia che si tratti di adulti che (a maggior ragione) di ragazzi perchè un sonno intermittente non entra mai in fase REM ergo, non è mail effettivamente rigenerante.
Discomfort of Anticipation
Ogni notifica, ogni pop up che si apre, ogni bip bip, sono uno stimolo della nostra curiosità, e l'essere umano è programmato per essere curioso (o non ci sarabbero state tutte le meravigliose invenzioni e scoperte della Storia!)
Il problema è che la curiosità viene alimentata con l'imprevedibilità del contenuto della notifica: "sarà un messaggio del ragazzo che mi piace?", "sarà un like alla foto fatta alle Maldive?", ma anche "sarà il capo che ha una urgenza? se non rispondo prontamente verrò richiamato?" e così via...
In realtà possiamo vivere benissimo senza sapere a cosa si riferisce quella notifica, e vi assicuro che anche chi ci stà messaggiando può sopravvivere senza la nostra risposta immediata!
E qui ritorniamo agli slot temporali di cui parlavo all'inizio:
- Pianifichiamo in precedenza quando leggere le email (esempio, a inizio mattina, prima dalla pausa pranzo, a metà pomeriggio)
- decidiamo quando stare sui social senza che questo interferisca con lavoro e vita sociale (no a tavola, no mentre giocate con i bambini, no mentre bevete un aperitivo con gli amici)
- usiamo una sveglia tradizionale e lasciamo lo smartphone spento, altrove. Per le emergenze riconsideriamo il caro vecchio telefono fisso, il cui numero non deve essere dato a nessuno se non ai parenti stretti (genitori, nonni, fratelli e sorelle) esclusivamente per motivi di estreme necessità.