Con sincerità, ve lo dico, io mi sono rotta le scatole.
L'ultimo giorno in cui mi sono recata in ufficio è stato il 24 febbraio, questo vuol dire che ormai sto toccando i due mesi di quarantena.
Vero che le prime due settimane la situazione era critica ma non disperata, uscivo col cane tranquillamente, mi trovato in Piazza Grande con la mia amica Paola a fare colazione (non ci abbracciavamo, ma facevamo due chiacchiere), sono andata dal parrucchiere...
Avevo un sacco di lavoro da fare, e vedevo questo tempo come una manna dal cielo e la libertà di dedicarmi a mille cose che avevo in mente.
Ora, dopo 8 settimane ammetto di aver perso un po, anzi un bel po, di quella concentrazione che avevo all'inizio e mi riesce difficile fare qualsiasi cosa, anche tenere aggiornato il blog o la
pagina Instagram. Solitamente mi ispiro ai problemi quotidiani, alla mia vita di tutti i giorni, dopo otto settimane di piattume, in cui persino la to-do-list che avevo si è svuotata, che vi
racconto??!?!?!?
Guardo le influencer parlare delle loro pulizie o dei loro armadi e penso: ma chissenefrega!!!
Questo appiattimento ha appiattito anche il mio cervello!!!!
Già perchè è indubbio che io faccio parte di quella schiera di persone che più ha da fare e più farebbe, più è sotto pressione e più produce; ovviamente al contrario se può starsene tranquilla a guardare film tutto il giorno lo fa.
Quindi?
Come chioccioline
Ovviamente il rimettere la casa e la vita domestica al centro è stato fondamentale oltre che una costrizione.
Vi dirò: io in casa non ci stò male e non ho sentito nemmeno il particolare bisogno di mettermi a fare riordini o pulizie straordinarie, mi stò godendo il mio spazio così com'è. (c'è anche da dire che sia io che mio marito siamo piuttosto bravini nel mantenere un ordine costante)
Mi stò godendo un maggiore tempo per cucinare, leggere, parlare con mio marito.
Nella normalità abbiamo sempre vissuto molto poco la nostra casa: durante la settimana corriamo sempre, nel weekend spesso e volentieri non ci siamo, quando ci siamo dormiamo perchè siamo troppo stanchi.
Ogni tanto penso che questa casa sia piccola ma siamo riusciti a ritagliarci ognuno il proprio spazio di lavoro senza intralciarci, quindi tanto piccola non è.
Ogni tanto penso che odio il fatto che stiamo al quarto piano senza ascensore, ma anche solo fare su e giù per le scale in questo periodo ci aiuta a mantenerci attivi.
E il nostro piccolo balcone più alto degli altri con vista sull'Appennino è tanta roba.
Ci serve per respirare.
Però in tutta sincerità...
Lo dico di nuovo: mi sono rotta le scatole!
La cosa che mi stà snervando maggiormente è il fatto di non avere una prospettiva precisa.
Esempio: quando in agosto il mio ufficio chiude, per quanto io abbia a disposizione un tempo lungo di pausa (tutto il mese) è pur sempre definito, ha una conclusione.
Adesso no, o meglio viene continuamente spostata in avanti perchè non c'è un vero miglioramento. E la cosa pesa.
Per la prima volta dopo anni non ho la prospettiva di una vacanza, di un weekend da qualche parte.
Non ho un volo prenotato o un hotel da cercare...
Ho ancora in vista la guida di Parigi (dovevamo partire il 30 aprile) e non mi sono ancora decisa a metterla nella libreria, come se mi rifiutassi di accettare che alla fine il viaggio non si farà (e non si fa di certo, sia Air France che Booking hanno cancellato le prenotazioni...)
E questo mi pesa.
Stò facendo qualche pianificazione lavorativa, ma molto aleatoria: "quando si potrà farò... richiamerò... andrò..."
Quindi tutti i miei progetti, i miei piani, sono così... aleatori, nel futuro... Anche qui non c'è una data certa.
E pesa.
Questo ovviamente si riflette più in grande nel sistema Paese: se i bambini non hanno una prospettiva di rientro a scuola, le donne non avranno la possibilità di pianificare un rientro al lavoro
e ancora una volta verrà chiesto alle donne di rinunciare alle proprie carriere, facendo un salto indietro di anni nella equiparazione delle carriere e e degli stipendi.
Se il fatto di non poter pensare a programmare una vacanza vi sembra futile, vedetelo in una prospettiva di movimento di persone, di turismo, di economia che riparte, ma anche di quel nutrimento
dell'anima che solo la cultura, l'arte e il cinema possono dare all'essere umano.
Personalmente se ho imparato una cosa è che non mi interessa minimamente uscire per andare a fare shopping e comprare cose di cui ho in abbondanza: mi manca uscire di casa per arricchire la mia
sete di conoscenza viaggiando, visitando, vedendo, scoprendo.
E' la dura vita di chi ha sempre programmato tutto.
Ho una soluzione? al momento no, se non quella di riscoprire l'arte della pazienza e farmi trovare pronta...
Certo, la pazienza da brava Scorpione, non è mai stata il mio forte, ma almeno la casa sarà in ordine!!