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How I met Professional Organizer

Ho capito che potevo fare dell'organizzazione una professione un giorno di tre anni fa, quando (non ricordo precisamente come) mi sono imbattuta in APOI - Associazione Professional Organizer Italia (sito).

 

Ah! ma allora non sono l'unica psicopatica?!?!

 

 

No, forse non ho usato queste parole ma il senso era quello!

 

Beh, a pensarci forse non era esattamente la prima volta che mi imbattevo nel Professional Organizer, probabilmente ne avevo già sentito parlare in qualche trasmissione tipo Sepolti in casa oppure Malati di pulito, ma presa da altre cose non mi ero mai soffermata a riflettere sull'eventualità che questa "dote", "predisposizione", "malattia" (?? chiamatela come volete) potesse diventare per me una professione.

 

Forse perchè avevo ancora nelle orecchie mia madre che mi diceva guarda li, sei la solita casinara!!, e rifai il letto! non lasciare i vestiti sulla sedia! potresti darmi una mano a pulire! perdi sempre tutto! e via dicendo...

 

EHHHH??? fermi tutti?!?!? ma se mia madre mi diceva tutto ciò come sono diventata organizzata??!?!?!

Facciamo qualche precisazione: 

  1. quando mia madre mi diceva quelle cose avevo 17 anni, ero incazzata con il mondo, prima di tutto con lei, e se potevo trovare un modo di farla incazzare di più lo facevo (se pensate che i vostri figli vi facciano vedere i sorci verdi è solo perchè non avete avuto a che fare con la me adolescente, suonare Bergami per informazioni in merito...)
  2. mia madre è la classica persona che ti chiede (esempio) di cucinare al suo posto ma poi ti stà con il fiato con il collo perchè non stai cucinando come farebbe lei, cosa sbagliatissima (ne abbiamo parlato qui -> collaborazione in famiglia): io cucino, io decido come. La cosa mi irritava terribilmente, finivamo con il litigare e con la frase "sai cosa c'è?? se non ti sta bene fattelo da sola!!!", SBAM!! (rumore della porta della mia cameretta sbattuta)
  3. nessuno mi ha mai spiegato come riordinare. C'era sempre solo un ordine: riordina la tua camera! (probabilmente con il sottinteso di mia madre riordina come io riordinerei...)  Negli anni ho scoperto che riordinare può voler dire tutto e niente: vuol dire far sparire cose da sopra il letto o la sedia? ma basta che spariscano dalla vista (leggi, buttate ad minchiam dentro l'armadio) o devo anche sistemarle al loro posto? o vuol dire buttare cose che non uso? o vuol dire che non gradisci il dito di polvere sulla mensola? Non era chiaro cosa intendesse mia madre, probabilmente tutte queste cose insieme, che però rispondono a tanti verbi differenti, ognuno dei quali va eseguito in tempi e modi differenti: organizzare, riordinare, pulire, eliminare, ecc...
  4. in relazione a quest'ultimo punto alcune ricerche sostengono che solo una percentuale tra il 5 e il 10% della popolazione nasce naturalmente organizzata. Tutti gli altri lo possono imparare e diventarlo.

Quindi c'è speranza per tutti, anche per me!

Facciamo un passo indietro...

Ci sono stati due momenti della mia vita che mi hanno insegnato ad essere organizzata.

 

Il primo momento è stato quando, 24 enne, sono finita a lavorare in una agenzia di organizzazione di eventi medico-sanitari.

L'industria dei meeting per il settore sanitario non solo muove milioni ogni anno, ma è anche una scuola di organizzazione non indifferente.

Si lavora costantemente sotto pressione, su anche venti meeting contemporaneamente. Tutto deve essere perfetto, nei minimi dettagli, niente può essere lasciato al caso. 

I primi tempi sono stati durissimi, perchè sono stata buttata nella mischia con gente che mi urlava nelle orecchie più veloceeeeeeee tipo Gordon Ramsey in Hell's Kitchen, ma poi ho capito il segreto: le liste.

Scrivevo tutto, qualsiasi cosa, anche per ricordarmi di andare in bagno. Ne avevo una per ogni meeting che seguivo. Alla sera riscrivevo la mia lista in bella al netto di tutto ciò che avevo portato a termine e al mattino dopo era li ad aspettarmi.

Anni dopo ho ritrovato questo metodo in Guadagnare un'ora al giorno di Michael Heppel (la mia recensione qui), e ho pensato "dilettante, io lo faccio da anni, e ci sono arrivata da sola!"

 

Il secondo momento è stato quando sono andata a vivere da sola.

All'inizio era tutto un ieeeee! letto sfatto!!! niente più mamma che mi dice di farlo!! ieeee!! niente piatti mangio dalle pentole e chissenefregaaa. Ma non poteva durare.

Ben presto mi sono scontrata con bollette, spesa, cose da fare, da pulire, eccetera eccetera, altrimenti detta la quotidianità.

Quando mi sono resa conto che non ci stavo dietro mi sono detta: se le liste sono la mia salvezza al lavoro, possono esserlo anche nell'ambito personale! e in effetti...

E altra cosa: ho continuato ad odiare fare le pulizie. Da qui a fare l'equazione meno cose posseggo, meno tempo passo a pulirle/riordinarle è stato un attimo.

 

Ero già una professional organizer e non lo sapevo!

 

Torniamo a tre anni fa...

Insegnavo già a parenti ed amici il segreto della mia organizzazione, quando ho incrociato APOI ho scoperto che potevo farlo più in grande.

 

Sono partita dalla loro bibliografia consigliata (la trovate qui) perchè dovevo dare una forma e una teoria a tutto ciò che facevo spontaneamente in maniera un po' grezza. (e nel frattempo si sono aperti tanti altri mondi da esplorare!)

 

Poi ho contatto Sabrina Toscani, la presidente di APOI, le ho raccontato la mia esperienza lavorativa (ah, per inciso, io ancora oggi organizzo meeting e non ho nessuna intenzione di abbandonare quel lavoro!), le mie motivazioni, e sono stata ammessa nell'Associazione. (tutte le info per iniziare a muovere i primi passi le trovate qui -> PO, primi passi, mentre se siete interessati a fare dei corsi per diventare PO potete guardare qui - Organizzare Italia ovviamente in questo momento tutto è svolto tramite piattaforma web)

 

Poi ho dato una forma a me stessa, alla mia attività: ho scelto un nome, forse banale ma che è il mio manifesto, TIME4YOU, TEMPOPERTE, perchè la mia missione è quella di restituire tempo alle persone tramite l'organizzazione.

Poi sono venuti questo blog, le pagine social, le collaborazioni, i workshop, i webinar, ecc...

 

Ogni persona è diversa, ogni persona ha bisogno di un suo percorso: io prima di tutto ci parlo con le persone, perchè devo capire dove il tempo si perde, e porto una soluzione.

 

Perchè anche tu che leggi hai probabilmente avuto una mamma che ti diceva riordina! ma non ti ha mai davvero spiegato come: hai imparato in maniera meccanica a piegare maglie in una determinata maniera, o a eseguire le pulizie in determinato modo, così, per abitudine, ma non ti sei mai davvero chiesto se quell'abitudine è quella giusta per te, se quel metodo è quello più funzionale per te.

Ed è questo che faccio io: ti aiuto a capire qual è il TUO metodo.