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Possiamo ridurre il carico mentale?

Dietro ogni porta, dietro ogni finestra si nasconde una famiglia diversa dalle altre.
Ognuna con le proprie dinamiche e abitudini, ognuna con punti di forza e con questioni su cui sarebbe meglio lavorare insieme per migliorarsi...

 

Una sola cosa sembra che accomuni tutte le case: il fatto che deve essere necessariamente la donna a tenere tutto e tutti sotto controllo!

 

Nella diretta Instagram di ieri sera con Beatrice Contili, counselor familiare, abbiamo visto che non è proprio così, ma sicuramente molte donne lo pensano e ne soffrono.

 

Ma quindi cos'è esattamente il Carico Mentale?
E' la somma di tutte quelle cose che noi donne dobbiamo fare, o pensiamo di dover fare, che ci appesantiscono la mente e le giornate, facendoci arrivare a sera stremate.

 

Ci sono tre tipi di carichi:

  1. quello intrinseco: il COSA dobbiamo realmente fare
  2. quello estrinseco: il COME pensiamo di realizzarlo o come vorremmo realizzarlo
  3. quello rilevante: ovvero tutta la programmazione che stà dietro ogni nostra singola azione

Ecco che si crea quell'effetto per cui dobbiamo necessariamente portare a termine un compito, ci illudiamo che se lo mischiamo in un frenetico multitasking con qualcos'altro saremo più produttive, e nello stesso tempo stiao pensando ad azioni che dovremo fare tra una o  due ore.

 

Sapete che io sono assolutamente contraria al multitasking, che lo ritengo non produttivo oltre che dannoso, e che ritengo preferibile concentrarsi su una mansione alla volta dando il 100% ed evitare di saltare freneticamente da una cosa all'altra.

 

Lui non fa niente!

Quante volte mi sento dire questa frase durante le consulenze, e quante volte la dico io o persone a me molto vicine. A cosa è dovuto questo divario di percezione del carico mentale?

 

Molti uomini vengono da famiglie patriarcali, in cui i ruoli erano ben distinti: uomo lavora, donna bada alla casa, ergo non hanno mai mosso un dito.

Molti di loro oggi si trovano ad accompagnarsi con donne che invece lavorano, hanno interessi, magari non sono nemmeno interessate a imparare a cucinare o a stirare, quindi emerge il conflitto.

 

Dall'altro lato ci siamo noi donne che invece proveniamo da famiglie in cui, nella maggior parte dei casi, c'erano mamme e nonne inesauribili che si facevano carico di tutto quanto.

Quindi è molto più naturale, per noi, sapere cosa bisogna fare perchè la casa sia in ordine e pulita..

 

E' una questione di modelli di riferimento e di certo non si può pensare che una persona che non ha mai preso in mano un ferro da stiro in vita sua dall'oggi al domani sappia anche solo come si accende...

Cosa possiamo fare quindi?

  • Innanzitutto abbandonare atteggiamenti giudicanti a favore di un dialogo costruttivo in cui esprimere in modo diretto ciò di cui abbiamo bisogno. Beatrice suggeriva 30 minuti al giorno (tv e cellulari spenti) in cui parlarsi e fare il punto su ciò che bisogna fare e ciò che ci si aspetta che l'altro faccia.
  • In secondo luogo abbandonare l'idea (e la pretesa) che noi donne veniamo capite senza proferire parola: gli altri (non solo il nostro compagno, anche le amiche o i familiari) non sono degli indovini quindi parliamo chiaramente, con calma, di ciò che sentiamo.
  • In terzo luogo guidare: all'inizio chiederemo espressamente "puoi caricare la lavastoviglie mentre io...?" in modo da far capire che ci sarà una suddivisione dei compiti. Possiamo puntare anche sul fattore prospettiva di qualcosa di piacevole "se facciamo le pulizie un po' per uno in mezz'ora finiamo tutto e possiamo uscire, se devo fare da sola probabilmente mi servirà l'intero pomeriggio". Una strategia che a casa mia funziona molto è "ci sono due mansioni, tu quale preferisci fare?" di solito mio marito si prende il cucinare, oppure il fare delle commissioni mentre porto il cane a passeggio, in entrambi i casi mi solleva comunque di faccende a cui altrimenti dovrei pensare io.
  • quarto ringraziare quando vengono prese delle iniziative, elogiando il supporto e facendo capire che un aiuto è proprio quello che chiediamo!
  • in ultimo se il nostro compagno ci solleva da una faccenda domestica ma non la fa ESATTAMENTE come l'avremmo fatta noi non denigriamolo facendo le professoresse del bucato, ma lasciamo che se la sbrighi da solo. Ricordate sempre che fatto è meglio che perfetto!

 

Vorrei spendere una parola anche riguardo i bambini.

Anche loro possono prendersi la loro piccola parte di carico mentale, prendendosi cura dei propri giocattoli o del materiali scolastico.

A questo proposito, vi ri cordate quando vi avevo parlato della Riunione di famiglia? Se no, potete recuperare qui

Ricordatevi che i vostri bambini saranno i mariti di domani, educateli a prendersi la loro parte di organizzazione!!

Senza sensi di colpa

Quante volte vediamo che non arriviamo d'appertutto e ci sentiamo come se avessimo fallito?

Quante volte facciamo il paragone con nostra madre o nostra nonna vedendole come delle super donne e noi non ci sentiamo all'altezza?

 

Beh basta!!!

Non c'è nulla di male ad essere imperfette, non c'è nulla di male a non arrivare sempre ovunque (sarebbe impossibile!) e questo non ci rende meno brave e meno in gamba.

 

Pensiamo alle nostre giornate:

lavoro, pranzo, compiti con i bambini, pulizie, spesa, commissioni... può essere che scordiamo di fare qualcosa: non importa, lo faremo domani!

Oppure può essere che non abbiamo voglia di fare qualcosa: non importa, proviamo a trovare una soluzione alternativa! (non hai voglia di stirare le camicie? portale in tintoria! non hai voglia di fare la cena? ordina la pizza!)

Concediamoci di non essere perfette e perdoniamoci, vogliamoci bene ugualmente, consapevoli che probabilmente marito e figli saranno super felici di mangiare la pizza!

 

Rivedi la diretta

Se ve la siete persa potete rivedere la diretta con Beatrice Contili su YouTube