· 

Due giornate per ritrovare serenità in casa

S. è una ragazza giovanissima con una vita impegnativa.

A nemmeno 30 anni, con grande spirito di indipendenza, vive da sola già da qualche anno, è una piccola imprenditrice, ha ritmi di lavoro pesanti (passa fuori di casa tutta la giornata e quando rientra è distrutta), ma trova la forza per andare in palestra, prendersi cura di due gattini e pure di un fidanzato!

 

Quando mi ha chiamata era disperata: la casa era un disastro e lei non riusciva a saltarci fuori da sola.

 

Mi ha mandato alcuni video in cui mi mostrava tutta la casa (un bilocale posto su due livelli) anta per anta, mensola per mensola.

Quello che traspariva dai video della mia cliente era un disagio fortissimo misto a mortificazione nel mostrare quello che a lei sembrava una situazione senza soluzione, un tunnel senza luce in fondo.

 

Sono sentimenti abbastanza comuni: ognuno di noi pensa che la propria situazione sia unica e irripetibile (la frase "non ti spaventare col mio armadio, scommetto che non ne hai mai visto uno così pieno..." è all'ordine del giorno. Ma... si, in realtà ne ho visti altri così, anzi probabilmente ne ho visti in situazioni peggiori, dirlo delude sempre un po' il mio interlocutore perchè non lo rende più unico. Sorry!) e ognuno di noi è mortificato nel mostrare (soprattutto ad un estraneo) le proprie, palesi, mancanze. In questo caso il non essere in grado di mantenere l'ordine.

 

Ma il P.O. non giudica, mai. Il P.O. supporta, sorregge, suggerisce.

E vi svelo un segreto: il P.O. si diverte un sacco! (o almeno, io mi diverto un sacco!)

 

Mentre guardavo quelle immagini pensavo tra me e me che la situazione non era affatto disperata: sicuramente vedevo del disordine, sicuramente vedevo che si poteva fare del decluttering, ma niente di trascendentale.

 

Quello che vedevo, quello che a parere mio era il vero problema,  è che non c'era un sistema organizzativo coerente:

  • cose simili in posti differenti (quindi non cognizione di quanto si possiede di una certa categorie e perdite di tempo per controllare...)
  • troppi mobiletti, stipetti ecc (che regalano l'illusione di dominare il caos, invece sono solo luoghi dove stipare cose inutili)
  • troppi contenitori di dimensioni sbagliate (scatole enormi il cui contenuto per stessa ammissione della mia cliente, è pressochè ignoto: ovvero roba buttata dentro e mai più utilizzata)
  • infine spazi mal disposti (non c'è uno sgabuzzino, ci sono mensole troppo alte tra loro, con tanto spazio sprecato.)

Quest'ultimo punto è l'unico su cui so in partenza che potremo agire solo in parte.

La cliente è in affitto, i mobili sono del padrone di casa, quindi non possiamo fare grandi variazioni, ma non è un problema: come dico sempre siamo noi che dobbiamo adattarci allo spazio di cui disponiamo, non viceversa!

Prima giornata: camera da letto e disimpegno

Clicca sulle immagini per ingrandirle

In pieno stile Marie Kondo la prima cosa alla quale ci siamo dedicate è stato il guardaroba.

Abbiamo tirato fuori tutto dall'armadio (ma davvero tutto!) e diviso in categorie: pantaloni tutti da una parte, giacche, magliette, maglioni, guanti, berretti, calze...

 

Alla fine guardando quelle pile di abiti il commento "non pensavo di avere così tanta roba...." è stato spontaneo.

Già, nessuno pensa di possedere così tanti vestiti: d'altronde... non abbiamo niente da metterci!

 

Abbiamo iniziato da ciò che andava appeso (pantaloni, abiti, giacche) per poi proseguire con ciò che andava piegato (maglie, magliette, maglioni) e terminato con calze, biancheria, ecc.

Per ogni categoria abbiamo passato in rassegna ogni singolo capo ed eliminato quelli rovinati, che non piacciono più, non utilizzati. Alla fine non sapevamo più dove metterci i sacchi di cose scartate: sei o sette sacchi, più un paio di scatole piene di cose che sono state eliminate così com'erano.


Come per molti di noi, uno dei problemi di S. è il rapporto con genitori/parenti che, mossi da non si sa bene quale timore che il proprio figlio non sappia badare a se stesso, o non sia in grado di acquistare in modo autonomo, la continuano a riempire di capi perchè "non si sa mai".

E' un problema molto comune: bisogna mettere assolutamente un freno a queste attenzioni. Genitori (mamme soprattutto) o nonne, o zie, che non vivono con noi, non hanno la cognizione del nostro spazio, nè di cosa effettivamente ci serva. La madre della mia cliente per esempio,  le ha regalato due scatole enormi intere piene di maglioni e felpe in pile che lei stessa mi ha detto non aver MAI utilizzato. Capisco l'intento, ma ha davvero senso?

Passi il regalo di Natale o di compleanno, ma tutto il resto dell'anno? 

 

Ecco perchè io solitamente consiglio di regalare buoni spesa, in modo che sia la persona stessa a scegliere ciò di cui ha effettivamente bisogno, oppure doni immateriali (esperienze come una cena o un weekend) che siano graditi ma non intasino l'armadio.

 

Alcuni escamotage pratici che abbiamo messo in atto:

  • innanzitutto ho inserito dei divisori tra una mensola e l'altra dell'armadio in modo che lo spazio fosse ulteriormente diviso, onde evitare pile di maglie e maglioni troppo alte (e barcollanti)
  • nell'armadio del disimpegno tra camera e bagno abbiamo tolto due mensole (che tra decluttering e diversa disposizione si erano svuotate) e abbiamo potuto ricavare una sorta di sgabuzzino per riporre aspirapolvere, scopa e detergenti vari. (in precedenza l'aspirapolvere stava semplicemente appoggiata ad un muro e i detergenti occupavano spazio in bagno)
  • nei ripiani più alti abbiamo inserito dei contenitori che consentono di prendere-riporre facilmente le cose in blocco.

Seconda giornata: cucina e bagno

Clicca sulle immagini per ingrandirle

L'approccio a cucina e bagno è stato il medesimo dell'armadio: un iniziale "tiriamo fuori tutto", nel mentre "dividiamo in categorie", decluttering e riposizionamento.

 

Una volta liberato tutto lo spazio la prima cosa a cui ci siamo dedicate è stata la zona rifiuti, che essendo purtroppo molto ridotta era stata fino ad ora gestita con sacchetti appesi a vista, poco funzionali e poco eleganti.

Era il fattore che più di tutti premeva alla cliente, quindi ragionando insieme sulle sue abitudini abbiamo trovato quella che per lei è la soluzione più funzionale: abbiamo inserito due piccole pattumiere sotto il lavello per umido e indifferenziata, e due contenitori per plastica e carta nell'anta a fianco (per la carta abbiamo riutilizzato una busta che una volta piena può essere gettata insieme al contenuto e semplicemente sostituita). In questo modo la cliente può gestire in modo efficace la raccolta differenziata.

 

Abbiamo radunato anche detergenti e aggiunto un cestello porta sacchetti.

 

Il passo successivo è stato il riposizionamento di pentole, teglie, piatti e vettovaglie varie. Grazie a dei divisori siamo riuscite a raddoppiare lo spazio e organizzare molto meglio il tutto, portando in cucina anche cose che erano state posizionate in mobili del salotto, liberando moltissimo spazio.


Soltanto come ultimo passaggio è stata riposizionata la dispensa, suddivisa per generi: i prodotti da colazione tutti insieme, pasta tutta insieme, legumi tutti insieme, ecc.

In questo modo anche la gestione stessa delle scorte e della spesa sarà più immediata.

Scogli da superare: tubi in mezzo alle mensole (!!!) e spazi che prima erano decisamente sprecati.

Per quanto riguarda il bagno, il decluttering è stato abbondante perchè sono stati eliminati molti contenitori esauriti e dimenticati, o usati solo a metà e poi abbandonati perchè non idonei.

 

Per suddividere abbiamo utilizzato delle scatole già in possesso della cliente (solitamente cerco di utilizzare scatole trasparenti per vedere meglio il contenuto, ma il non spreco di contenitori già presenti per me è prioritario)

 

Oltre al decluttering di prodotti, si era liberato molto spazio avendo tolto i detergenti che erano stati riposti nell'antibagno, quindi abbiamo potuto riporre il tutto in modo più coerente.

 

Abbiamo anche potuto portare qui il contenitore dei medicinali che fino a quel momento era riposto, per mancanza di altro spazio, in un mobile del salotto!


Suggerimenti finali

Ovviamente nel momento in cui il lavoro termina, l'onere passa totalmente in mano alla cliente che deve mantenerlo in modo autonomo.

 

Per semplificarle il compito le ho lasciato alcuni suggerimenti:

  1. dire "No grazie" a doni non richiesti di genitori e parenti
  2. riporre immediatamente le cose al loro posto onde evitare di appoggiare a caso e dimenticare (e doversi poi dedicare a lunghe sessioni di riordino)
  3. in caso di spostamenti (è consentito ovviamente riposizionare gli oggetti, mica sono incollati!) mantenere sempre la suddivisione in categorie e non "spezzare" una categoria in due luoghi differenti.
  4. no ad altri acquisti di mobiletti e stipetti (si, sono stati eliminati anche alcuni mobiletti e gli ambienti ora sono molto più liberi e ariosi!)

Al termine del lavoro si percepiva in maniera sensibile come la mia cliente fosse non solo soddisfatta ma anche molto più serena e tutti i sentimenti di ansia e disagio l'abbiano abbandonata.

Sono certa che già questo stato di pace raggiunta sarà da solo una fortissima motivazione a mantenere l'organizzazione raggiunta!